E’ andato in scena al Teatro Bobbio “Baruffe” lo spettacolo di apertura della stagione teatrale 2025-2026. La pièce scritta da Lino Marrazzo affonda le sue radici nella tradizione popolare, portando sul palco una Trieste degli anni ’30, viva, autentica e incredibilmente vicina, nonostante il tempo trascorso. Liberamente tratto da Le baruffe chiozzotte di Carlo Goldoni, questo adattamento restituisce con originalità e delicatezza le dinamiche amorose, le tensioni e gli affetti del popolo di allora, trasportandole nel cuore della Città Vecchia triestina. Sul palco gli attori veterani della compagnia ma anche volti nuovi. Immancabili le bravissime Ariella Reggio, Marzia Postogna ed il carismatico Maurizio Zacchigna, accompagnati da Maurizio Repetto, Elena Husu, Enza De Rose, Giacomo Segulia e Omar Giorgio Makhloufi.
L’ambientazione anni ’30 resa con cura attraverso costumi e scenografie curati da Andrea Stanisci, ma soprattutto i dialoghi che richiamano espressioni dialettali e usanze dell’epoca, sono riusciti a trasportare lo spettatore in un tempo in cui, nonostante le difficoltà economiche e sociali, i legami umani erano intensi e profondamente vissuti.
La regia di Marazzo muovendosi con equilibrio tra allegria e malinconia, ha messo abilmente in luce il contrasto tra le schermaglie amorose e la sincera ricerca di un’intimità autentica da parte dei protagonisti. Ciò che rende questo adattamento unico è la sua capacità di parlare al pubblico contemporaneo, rispecchiando dinamiche che, pur con linguaggi diversi, continuano ad animare le relazioni di oggi.
Il richiamo all’opera goldoniana è evidente nella struttura e nel tono. I personaggi femminili sono forti, vivaci, determinati, mentre quelli maschili oscillano tra orgoglio e goffaggine. Nella rappresentazione uomini e donne del popolo si scontrano, si rincorrono e si riconciliano in un vortice di emozioni che fa ridere, commuovere e fa riflettere. Le “baruffe”, come suggerisce il titolo infatti, sono sì conflitti, ma anche pretesti per svelare sentimenti nascosti, insicurezze e desideri universali.
Lo spettacolo al Teatro Bobbio è un omaggio affettuoso alla città, al teatro e a quella “visione sincera degli affetti” che, allora come oggi, resta il cuore pulsante di ogni vera commedia umana.
Puoi leggere l’articolo completo anche su Trieste News