Veronica Pivetti al Teatro Bobbio di Trieste racconta con ironia l’anatomia imperfetta della donna

C’è umorismo, intelligenza ed una sottile arguzia nella nuova prova teatrale di Veronica Pivetti, protagonista assoluta dello spettacolo “L’inferiorità mentale della donna” in scena mercoledì 19 novembre al Teatro Bobbio di Trieste. Il monologo brillante e tagliente, scritto da Giovanna Gra, è liberamente ispirato al delirante trattato di Paul Julius Moebius e all’idea che per secoli le rappresentanti del sesso femminile siano state ritenute fisiologicamente “deficienti”. Sul palco, accompagnata dalle musiche dal vivo di Alessandro Nidi, l’attrice e conduttrice televisiva ricompone con acume e sarcasmo la storia della Donna, creatura distorta ed incompresa da una cultura maschilista travestita da scienza. Muovendosi tra testi dimenticati e teorie pseudoscientifiche, che oggi suonano paradossali ma, loro malgrado, irresistibilmente comiche, con il piglio di un’artista che domina i tempi, Veronica attraversa i secoli delle più bizzarre discriminazioni “razionali”, evocando con vivace ironia i nomi di MoebiusLombroso e persino Sylvain Maréchal, l’autore del progetto di legge per vietare alle donne di leggere.

E così, tra una misurazione dell’indice cefalico e una riflessione musicale, lo spettacolo diventa un viaggio surreale dentro il pensiero patriarcale che per troppo tempo ha definito la donna come “cervello corto e capelli lunghi”. La Pivetti gioca con questi stereotipi, li ribalta, li ridicolizza e lo fa con una grazia rara. “Il maschio è una femmina più perfetta”, sentenziava il medico, antropologo, giurista e criminologo italiano Cesare Lombroso. Una frase che durante la performance l’attrice restituisce al pubblico come un boomerang, svelando tutta l’assurdità di una mentalità che ancora oggi lascia tracce. La sua voce, capace di modulare con maestria ironia e tenerezza, riesce a passare dall’invettiva alla partecipazione, dall’indignazione alla leggerezza.

Tra luci calibrate e costumi d’epoca, firmati Nicolao Atelier Venezia, lo spettacolo diretto dal duo Gra&Mramor si rivela una pungente analisi su temi sociali, politici ed etici, nascosta dietro la patina della satira scientificaVeronica Pivetti conquista la platea con la potenza di una performer che sa far ridere, riflettere e, soprattutto, rendere viva la consapevolezza che la scienza non è mai neutra e che le sue teorie possono essere ribaltate. Al termine, il pubblico applaude con entusiasmo sulla citazione di Calamity Jane: “Se una ragazza vuole diventare una leggenda, dovrebbe andare avanti e diventarlo”. Un finale che risuona come un invito e una rivendicazione!

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