Villa De Rin, tra distruzione e indifferenza

Si svela a malapena tra la fitta boscaglia al viandante che percorre il bellissimo sentiero che dal parco del Globojner collega la sella di Banne, ma, nelle belle giornate di sole, lungo questo percorso che si mantiene quasi sempre in quota, sono talmente tanti gli scorci sul golfo e sulla città di Trieste, da far passare quasi inosservata l’antica residenza. Che la ricca borghesia e la nobiltà triestina abbiano costruito alcune ville signorili intorno alla fine del XVII secolo è un fatto noto, meno risaputa è forse la sorte che è capitata ad ognuna di queste case. Alcune di queste sono arrivate ai giorni nostri nel loro originario splendore, anche grazie ad ingenti opere di restauro, possiamo ricordare a tal proposito Palazzo Revoltella o Villa Sartorio, oggi entrambe sedi di musei. Alcune di esse, come Villa Cosulich, Engelmann, Haggiconsta e Stavropulos, attualmente di proprietà comunale, sono in completo stato di abbandono, in attesa di una destinazione d’uso o dell’inizio di lavori di rifacimento. O come nel caso di Villa De Rin sono state totalmente dimenticate e distrutte dall’incuria e dall’indifferenza della collettività.

Costruita nel 1854 per volere del membro del consiglio comunale Vittorio De Rin, in mezzo ad un vasto vigneto che si estendeva dopo la curva Faccanoni, nella zona a monte della Strada Nuova per Opicina, era caratterizzata da bellissime finestre ad occhio dal taglio gotico, arricchite da vetri policromi legati al piombo, da pinnacoli e da una torretta al centro. Anche gli interni erano molto sfarzosi, con un caminetto di marmo rosa ed un soffitto a cassettoni che decoravano, insieme a bellissimi affreschi del Gatteri, il salone al primo piano. Già alla morte del primo proprietario, gli eredi che si trasferirono in città, non riuscirono a mantenere la villa nel suo iniziale decoro e la abbandonarono al degrado del tempo. Gli eventi bellici che la videro protagonista, dapprima come postazione militare tedesca con dotazione di artiglieria, oppure successivamente come quartier generale degli jugoslavi, durante l’occupazione di Trieste, o degli inglesi per la gestione amministrativa della città, non aiutarono di certo la sua conservazione.

Dichiarata infine dalla Soprintendenza troppo recente e non degna di essere sottoposta a tutela è stata depredata e spogliata di tutto ciò che ancora presente in loco era possibile asportare. Sono rapidamente spariti i caminetti, i fregi, le porte, le inferriate, i vetri policromi e perfino gli stemmi in arenaria che adornavano la facciata ed è stata poi di nuovo abbandonata all’oblio fino agli anni ’90……

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