VA DOVE TI PORTA IL CUORE….INASPETTATAMENTE OSLO!

Quando seguendo il richiamo del mio cuore sono partita in direzione Oslo, noncurante delle migliaia di chilometri che separavano la mia città dalla lontanissima capitale della Christiania, confesso che non mi aspettavo molto dalla mia destinazione finale. Anche la stagione sicuramente non aiutava.

Scegliere una meta conosciuta per le temperature rigide in pieno inverno non sembrava essere la migliore delle decisioni. Ma forse proprio le scarse aspettative sono il segreto di un viaggio riuscito o davvero questa città è riuscita a sorprendermi?

Oslo, è situata all’estremità settentrionale dell’Oslofjorden sullo Skagerrak, il canale naturale situato fra la Danimarca, e la Norvegia e facente parte del mare del Nord. Conosciuta anche come Christiania, in quanto fu il re Christian IV a fondarla dopo il devastante incendio del 1624, è una città pulita, ordinata, tranquilla e visitabile benissimo a piedi.

Dalla Central Station di Jerbanetorget il visitatore può imboccare la Karl Johans gate, un grande boulevard che lo porta fino al Palazzo Reale, costruzione neoclassica semplice e lineare, passando tra alcuni tra gli edifici più antichi della città. Percorrendola da un capo all’altro si incontrano la Cattedrale, il Parlamento norvegese (Storting), il Grand Café, in passato ritrovo di famosi artisti, tra cui il drammaturgo norvegese Henrik Ibsen e il Grand Hotel. Maestoso palazzo, dalla facciata in granito bianco, con la caratteristica torre dell’orologio in centro, trasmette, anche solo dopo un’occhiata superficiale, lusso, qualità e confort, racchiusi in un edificio che conta 140 anni di vita, ma mantiene la sua classicità fuori dal tempo. 

Ad Oslo non ci si deve aspettare di trovare monumenti antichi oppure pezzi di storia greca o romana.  Qui sono altre le cose che ti colpiscono, come l’architettura, sempre in bilico tra classico e moderno e l’innovativo sviluppo urbano, che ti permette di respirare la vera atmosfera della città norvegese. Ma è raggiungendo il fiordo ad Aker Brigge, seguendo il lungomare con una piacevole passeggiata, che la città comincia a dare il meglio di se.

Questa zona, sede in passato della cantieristica navale, dopo un’attenta riqualificazione è divenuta il cuore pulsante della città ed una delle zone più trendy. Ricorda i quartieri portuali di Amburgo, tutte zone dove per lungo tempo il mare è stato solo il limite esterno di una fabbrica a cielo aperto. Tra officine e magazzini marittimi, ora ammodernati con un risultato davvero meritevole, la zona attualmente ospita una miriade di locali alla moda, immobili residenziali e commerciali di pregio, ma anche musei, intercalati da ponticelli e scorci suggestivi che si colorano soprattutto alla luce notturna dei lampioni.

Tra i palazzi moderni e le gallerie commerciali appare sulla banchina, con tutta la sua semplicità, l’Aker Brigge Clock Tower, sobrio orologio a forma di faro, uno dei punti di riferimento della città fino al 1982, quanto ha scandito per l’ultima volta, ma con estrema precisione, l’ora delle pause dei dipendenti del cantiere Akers Mekaniske Verksted. Proseguendo a ritroso verso la stazione centrale, seguendo la linea del mare, sorpassata la fortezza di Akershus, il castello costruito alla fine del XIII secolo per proteggere la città, si giunge alla maestosa ed elegante Operahuset.

L’edificio, che ospita il Teatro dell’Opera, emerge dalle acque come un gigantesco iceberg, che, nella sua estrema modernità, tra specchi e riflessi, incanta i passanti intenti a passeggiare sul litorale. Inaugurata nel 2008, presenta la struttura del tetto in lastre di marmo, concepite per essere calpestate e scalate, perché in Norvegia scalare le montagne è una cosa naturale e anche perché dall’alto si può godere di una vista davvero impagabile!

 Di fronte all’Operahuset, nello stesso specchio d’acqua, affiora, quasi come un miraggio She Lies, un’installazione permanente, in vetro e acciaio, realizzata dall’artista italiana Monica Bonvicini, ancorata su una piattaforma in cemento che galleggia sull’acqua. 

Il fiordo di Oslo è puntellato di splendide isole dai nomi impronunciabili, che nel giro di un’ora possono essere scoperte a bordo di traghetti elettrici. I battelli norvegesi, come navicelle spaziali, silenziose e veloci, passano da un’insenatura all’altra, esplorando l’acqua salata ed addentrandosi tra il tipico paesaggio norvegese da cartolina, composto da casette colorate rosse e gialle, chiesette e piccoli fari che si specchiano nell’acqua.

Le tipiche abitazioni norvegesi sembrano spuntare dal terreno come piccoli funghi. Dal fascino unico, si presentano spesso su palafitte in legno, con tetti spioventi. Si chiamano “rorbu” e normalmente sono di colore rosso. La scelta di questa tinta caratteristica ed avvolgente deriva dalla vernice “Falun”, ricavata da un pigmento di ossido di ferro, resistente alle intemperie. Tradizionalmente il colore rubino viene associato alla forza e alla protezione dagli spiriti maligni. 

Ma non finisce qui. La città riserva ancora ancora tante altre sorprese. Bisognerebbe dedicare del tempo al Museo Munch, che si protende in un abbraccio verso la baia, alla Biblioteca Nazionaleal Municipio, il grande ed austero palazzo a due torri, con immensi affreschi all’interno e magari  alla Nasjonalgalleriet per un selfie rubato davanti all’Urlo di Munch

Ma non è giusto svelare tutti i segreti di questa capitale, che va vissuta ed assaporata in ogni stagione. Lascio perciò a conclusione di queste mie riflessioni e sensazioni solo la descrizione della città fatta dall’autore premio Nobel, Knut Hamsun, nel suo libro “Fame” , “ Oslo, una strana città, che nessuno lascia senza portarne i segni ….” ed infatti nel mio cuore un segno lo ha lasciato!!!!!

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