Nella ” Valle dell’immaginazione ” un percorso mistico tra danza, musica e preghiera.

Ritrovarsi in Cappadocia, “la terra dei cavalli”, in un caravanserraglio, antica stazione di riposo e ristorazione per carovane e cammellieri ed assistere ad una ballata di preghiera dei Dervisci Rotanti può lasciare un segno nel profondo della propria anima.

Al centro del serraglio, in un silenzio mistico rotto solo da una musica antica di flauti, percussioni e corde la cerimonia inizia. Nella penombra i protagonisti, 5 dervisci ed un anziano maestro guida, che prega dall’esterno iniziano a danzare. La danza-preghiera è nata dall’ispirazione di Mevlana M.Calaleddin-i Rumi scienziato, musicista, poeta e filosofo del tredicesimo secolo, che costituisce parte della tradizione e cultura turca.

Il nero mantello che li avvolge cade e lascia il posto ad un kaftano bianco. E’ la rappresentazione del lenzuolo mortuario del loro ego ed inizia a ruotare sempre più vorticosamente. Anche le braccia che erano incrociate sul petto si aprono come le candide gonne e una con il palmo rivolto verso l’alto e l’altra rivolta verso il basso, rappresentano un ponte fra cielo e terra, capace di donare agli uomini quello che hanno ricevuto da Dio.

Poi alla musica si sostituiscono le parole della preghiera del maestro guida, rivolta al Creatore ma anche a tutti i presenti. E i dervisci terminato il loro viaggio mistico lasciano la sala. Le luci si riaccendono e la magia è finita.

Ma nell’antica sala riecheggia ancora il pensiero di Rumi, “vivere come si è, o diventare ciò che si pensa…”

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