Al Teatro Verdi di Trieste, una fiaba sentimentale, ‘Sogno di un valzer’.

È andata in scena martedì 16 luglio al Teatro Verdi di Trieste, nell’ambito della rassegna “Trieste Estate”, “Sogno di un valzer “.
Grazie alla collaborazione tra la Fondazione Teatro Lirico “G. Verdi di Trieste”, l’Associazione Internazionale dell’Operetta FVG e del Comune di Trieste, il capolavoro musicale è stato riproposto sotto forma di concerto scenico nella nostra città, dove la composizione di Oscar Straus ha già’ avuto moltissime esecuzioni e altrettanti consensi dell’affezionato pubblico. A calcare le scene ci sono state due donne molto care alla platea giuliana, l’attrice Ariella Reggio che, con la sua verve e la sua simpatia, ha rivestito il ruolo della “narratrice” e il noto soprano Daniela Mazzucato, nel ruolo di Franzi. Accanto a loro Selma Pasternak nei panni della Principessa Elena e il tenore Sergey Kanygin, ad impersonare il conte Niki.

All’eclettico Andrea Binetti, che da diversi anni cura la parte artistica dell’Associazione Internazionale dell’Operetta FVG ed è sempre molto attento a mantenere viva la tradizione prettamente triestina della piccola lirica, è spettato il duplice ruolo del conte Lotario e del regista. Triestino di nascita ma con origini austriache da parte di madre, ha avuto fin da piccolo passione e amore per la musica. Si ispira al grande Sandro Massimini, che lo ha notato a soli 19 anni e che, come molti triestini, ricorda ancor oggi con grande affetto e commozione.
Accanto ai protagonisti i ballerini: Robin IencoMaria Giovanna BalaniLuca MiclausigAlex Devetak e dall’ensemble strumentale tutta al femminile della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi.

“Sogno di un valzer ” rappresenta il lavoro più riuscito di Oscar Straus, compositore austriaco dall’ insolito destino. Nato nella capitale austriaca nel 1870, vista la sua precoce vocazione per l’arte dei suoni, venne avviato agli studi musicali dal padre commerciante. Fu ostacolato nell’affermare la sua brillante personalità a causa della sua ‘ quasi ‘ omonimia con altri illustri musicisti come Johan o Richard Strauss e fu proprio per non essere confuso con i colleghi che decise di omettere la esse finale al suo cognome.

Leggi l’articolo completo su Trieste News

Condividi su:

Facebook
X
Telegram
WhatsApp
Email