Carlo Buccirosso al Teatro Bobbio di Trieste, un vedovo allegro …ma non troppo!

È una vita all’insegna della confusione e del trambusto quella di Cosimo Cannavacciuolo, interpretato da Carlo Buccirosso, volto noto del cinema e del teatro e portata in scena dal 28 novembre al 01 dicembre 2024 al Teatro Bobbio di Trieste, nella commedia ” Il vedovo allegro. Il sessantanovenne attore e comico partenopeo, noto anche come scrittore, sceneggiatore, regista teatrale e commediografo si è specializzato nel ruolo del napoletano medio piccolo borghese. E anche questa volta, come da una ventina d’anni a questa parte, presenta una figura maschile complessa, affannata da mille angosce e preoccupazioni. Il suo personaggio infatti, è rimasto vedovo dopo la morte della moglie avvenuta a causa di quel virus mutevole chiamato Covid-19 ed è stato profondamente segnato dalla pandemia, che in seguito al lockdown lo ha anche trascinato nel baratro finanziario.

Il sipario si apre nell’appartamento di Cosimo, pieno di tutti gli oggetti invenduti del suo ex negozio di antiquariato. Non a caso gli scenografi Gilda Cerullo e Renato Lori hanno scelto questo tipo di ambientazione che fin da subito vuole trasmettere al pubblico l’immagine di quella che è la vita del protagonista. Come già detto si tratta un’esistenza ingarbugliata e sconclusionata, che sarebbe stata molto più tranquilla, anche se sicuramente più fatua e noiosa, senza la presenza di alcuni bizzarri vicini. Stiamo parlando dell’eccentrico Salvatore, il custode del palazzo, con i suoi due figli Ninuccio e Angelina, di Virginia, la giovane trasformista di cinema e teatro a cui ha concesso l’uso di una camera del suo appartamento, ma soprattutto dei suoi dirimpettai, i coniugi Tomacelli, che riescono a rendergli la vita davvero impossibile.
Lo spettacolo che si snoda tra giochi di equivoci e comicità, tra una risata e l’altra riesce anche a far riflettere su temi delicati ed importanti della vita, come la crisi economica, la paura della malattia, la disperazione, la nascita, naturale o non, di un bambino e soprattutto l’angoscia della solitudine da combattere continuamente, a tutti i costi.

Ancora una volta Carlo Buccirosso si conferma per il suo talento e per la sua naturale capacità di passare dalla spontanea comicità ai momenti di tragicità. Egli è a tutti gli effetti il protagonista indiscusso di questa commedia, di cui ha firmato anche la regia. Ma il successo della performance non sarebbe stato possibile senza l’affiatamento dimostrato da tutti i membri del cast. Artisti del calibro di Massimo AndreiDavide MarottaElvira ZingoneDonatella de FeliceStefania De FrancescoMatteo Tugnoli portano infatti nella piece teatrale ciascuno un segno distintivo, ma è solo nella perfetta unione di tutte queste indiscusse capacità che si può ottenere un risultato di questo livello. Curatissimi sono anche i costumi di Zaira de Vincentiis, che contribuiscono a mettere ben in risalto le sfumature del carattere dei personaggi.

Insomma una commedia umoristica che si avventura però coraggiosamente a scandagliare temi complessi e attuali, come la pandemia e le sue conseguenze a livello psicologico, o la fecondazione eterologa, ancora oggi oggetto di discussioni accese. Il tutto con una sensibilità unica, che riesce a far riflettere lo spettatore, senza mai perdere di vista il tocco comico, che resta l’elemento caratterizzante dello spettacolo.
Puoi leggere l’articolo completo anche su Trieste News 

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