Massimiliano Gallo, attore napoletano noto al pubblico per film e serie tv come “Il silenzio grande”, “Imma Tataranni – Sostituto procuratore” e “Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso”, ha portato in scena al Teatro Bobbio di Trieste lo spettacolo “Amanti“. Questa volta non ha vestito i panni di un avvocato semi disoccupato, più filosofo che civilista, ma con la sua innata bravura ha impersonato Giulio, un uomo di mezza età, sposato con tre figli, che casualmente intreccia una relazione extra coniugale con Claudia, interpretata da una altrettanto convincente Fabrizia Sacchi.
Giulio è alle prese con una vita che si sta sgretolando, con un senso interiore di fallimento, sia nel ruolo di marito che di padre e con i rimpianti di aver fatto scelte sbagliate. Claudia invece è una pediatra di circa quarant’anni, un poco nevrotica, in crisi continua con il compagno, che conosce dai tempi del liceo, alla disperata ricerca di avere un figlio.
Giulio e Claudia, dapprima sconosciuti, poi casualmente conoscenti ed infine amanti, vivono all’inizio la loro “liaison” come il gioco di due persone adulte che si divertono e stanno molto bene insieme e che uno accanto all’altro ritornano bambini. Si vogliono convincere, forse per alleviare il senso di colpa, che la loro storia è solo un flirt, un’evasione dalla monotonia della loro incasinata vita quotidiana, qualcosa che rimane chiuso in una stanza d’albergo e non fa male a nessuno. Così, tra bugie, equivoci, imbrogli, affanni, preoccupazioni, la loro relazione prosegue per sette mesi, fino a quando tutti gli equilibri finiscono per stravolgersi.
Nella piece teatrale fa da sfondo alla vicenda una curatissima scenografia, ideata da Monica Sironi, che, con un abile gioco di luci ed ombre, divide il palcoscenico a metà tra una stanza d’albergo, dove il sesso e la sincerità dei sentimenti di Giulio e Claudia la fanno da padrone e lo studio della comune psicoterapeuta, dove invece le menzogne abbondano.
La commedia brillante e divertente, firmata da Ivan Cotroneo, scrittore e sceneggiatore calabrese, al suo esordio come regista teatrale, indaga, tra ironia e battute scherzose, nel profondo dei sentimenti delle coppie quando “scoppiano” e mette in luce, attraverso temi come amore e tradimento, le insicurezze, i tormenti e la confusione del nostro momento storico.
Si tratta di un racconto moderno, pieno di tenerezza, che vede accanto ai due protagonisti altri tre personaggi, Laura la moglie assillante ed aggressiva di Giulio, impersonata da Eleonora Russo, l’analista Gilda Cioffi, portata in scena da Orsetta De Rossi, che, incapace di mettere ordine nel caos esistenziale che la circonda, scarica le sue frustrazioni facendo yoga e Roberto, il marito remissivo e sottomesso di Claudia, interpretato da Diego D’Elia, che si piange addosso, ma rifiuta di aprire gli occhi di fronte alla realtà.
Fa da sottofondo ai momenti importanti di questa moderna love story una colonna sonora elegante, con celebri brani anni sessanta, come “Mi sono innamorato di te”, cantata dallo stesso Massimiliano Gallo che sorprende anche per le sue doti canore, “Ed io tra di voi” di Charles Aznavour o “Dettagli” di Ornella Vanoni che con intense parole e musica accompagnano tutte le fasi della storia tra i due protagonisti. E come la porta d’ascensore è il simbolo dell’inizio di questo intenso ma difficile amore, la canzone “Ma che freddo fa” di Nada, come i titoli di coda in un film, ne segna inesorabilmente la fine.
Puoi leggere l’articolo completo anche su Trieste News