Castelli a Trieste. Segreti, leggende e brividi tra le raffiche di bora.

Chi non ha mai sentito favoleggiare di amori contrastati, morti sospette o di spiriti irrequieti che si aggirano tra le sale degli antichi manieri? I castelli sono luoghi perfetti per le storie di fantasmi o miti popolari e anche a Trieste e provincia, dove se ne contano ben tre, le leggende non mancano!
Il castello di San Giusto, antica fortezza arroccata sul colle che domina la città di Trieste, fu molto importante strategicamente per il controllo del territorio circostante. Risalente al 1468 è giunto quasi intatto ai giorni nostri in quanto non fu mai teatro di scontri o fatti militari. Nel corso dei secoli fu adibito a mastio, caserma e prigione, ma ciò che non tutti sanno è che tra le sue mura merlate, nelle notti di luna piena, sembrano essersi verificate numerose spettrali apparizioni. In questa leggenda i protagonisti sono i fantasmi di diversi soldati e del loro capitano, un tale Babuder, decapitato per aver rubato un tesoro e che ancor oggi si aggirerebbe senza pace, tra le sale, il cortile ed i sotterranei, con la sua testa mozzata sotto il braccio! Visti i numerosi avvistamenti del fantasma tra i cittadini, una trentina di anni fa fu addirittura organizzata una seduta spiritica per evocare lo spirito del capitano e per indurlo a svelare il nascondiglio della sua testa, purtroppo senza risultati!!!

Miramare, il bianco castello situato su una lingua di terra all’ingresso della città, è il simbolo del forte legame di Trieste con la dinastia degli Asburgo. Affascina i turisti con le sue torri in pietra d’Istria, gli arredi originali e l’enorme parco che ospita moltissime piante provenienti da tutto il mondo. Costruito per essere l’alcova di due giovani innamorati in realtà ospitò la coppia solo pochi anni e fu invece testimone silenzioso di varie tragedie che gli valsero la pessima fama di luogo sinistro e sfortunato. Triste sorte per un così bel luogo che leggenda vuole fosse stato prescelto dopo un naufragio da Massimiliano d’Asburgo, all’epoca ammiraglio e fratello del più noto Francesco Giuseppe, imperatore d’Austria. Ma l’infelice storia che accompagna la nobile dimora è arcinota. Massimiliano dopo aver accettato la carica di imperatore del Messico venne fucilato, la moglie Carlotta creduta pazza ritornò in Belgio e su Miramare calò il buio dell’oblio. Gli Asburgo infatti, di fatto proprietari del castello vista la mancanza di altri eredi, lo utilizzarono solo saltuariamente. Rimase cosi deserto fino alla fine della prima guerra mondiale, quando passato tra le proprietà dei Savoia ospitò per 6 anni Amedeo, duca d’Aosta, con la moglie e le 2 figlie. Ma anche con lui il destino non fu clemente. Divenuto governatore generale dell’Africa Orientale Italiana e viceré d’Etiopia infatti, venne fatto prigioniero e morì di malaria e tubercolosi lontano dalla terra natia. Prese così forma la profezia che gli uomini che dormono a Miramare muoiono di morte violenta lontano dal loro letto. Se a questo vogliamo aggiungere il presunto suicidio di una giovane fantesca segretamente innamorata di Massimiliano e le voci che affermano di aver assistito all’ apparizione del fantasma dello sfortunato arciduca aggirarsi tristemente tra gli antichi saloni, il quadro è davvero completo!!!

Non può mancare come protagonista di leggende infine il Castel Vecchio di Duino. La rocca risalente all’ XI secolo, simile ad un vero e proprio nido d’aquila per la spettacolare posizione a picco sul mare, a poca distanza dall’edificio signorile più recente è ormai ridotta ad un cumulo di rovine. La leggenda legata a questo incantevole luogo si chiama “Il sospiro del mare” e parla dello sfortunato amore tra la moglie di un ricco cavaliere ed un giovane pescatore. La storia racconta della morte del ragazzo, murato vivo dal cavaliere che aveva scoperto il tradimento della compagna e della disperazione di lei che non riuscendo ad abbattere il muro appiccò il fuoco al castello prima di lanciarsi in mare emettendo l’ultimo sospiro.

Le storie di spettri, come anche la loro evocazione tramite sedute spiritiche o travestimenti macabri, ritornati recentemente in auge con i festeggiamenti legati alla festa di Halloween, esistono dalla notte dei tempi e sono legati a riti pagani antichissimi, per lo più vicini al mondo contadino. I morti infatti erano considerati custodi della terra dove riposavano i semi che avrebbero generato i raccolti l’anno successivo, ma erano anche temuti perché considerati terrificanti e pericolosi e per questo dovevano essere rabboniti con precisi rituali volti ad ingraziarsi i loro favori e a scongiurare la loro ira.

Al di là della veridicità o meno delle leggende e delle tradizioni popolari elencate, sebbene la scienza non abbia dimostrato che possano esistere persone vive dopo la morte, l’occulto sembra godere ancora oggi di un vivo interesse tra la gente. Del tema degli spettri, delle case infestate e delle entità venute dall’aldilà se n’è occupato con grande attenzione il cinema, la letteratura e perfino la psicoanalisi. Quest’ultima disciplina, essendo una grande studiosa e ricercatrice delle pieghe più recondite dell’animo umano, è stata a dir poco tormentata e sedotta dal concetto di fantasma, come tra l’altro decine di milioni di persone al mondo, secondo le stime effettuate. Una motivazione di tale coinvolgimento, potrebbe essere ricercata nel bisogno dell’uomo di controllare l’incontrollabile, di voler trovare sempre una spiegazione ed una risposta per tutto quello che lo circonda. Un’altra potrebbe essere collegata al declino con il legame religioso ed un’altra ancora potrebbe nascere dalla paura che quasi tutti gli individui hanno della morte, di ciò che li potrebbe aspettare nell’aldilà e dal bisogno di essere rassicurati sul futuro.

Eppure se, come diceva Freud, il fantasma non è altro che la “messa in scena del desiderio”, di quello scenario interiore che tende a soddisfare i propri desideri per via illusoria, il fantasma non dovrebbe essere evitato o ancor peggio negato, ma “attraversato”, affrontato senza paura. Sebbene il timore sia un sentimento umano difficilmente controllabile, l’approccio migliore con i fenomeni paranormali sarebbe quello della giusta conoscenza dei fatti senza troppo spavento. Tanto più che invece di aver paura dei morti dovremmo stare attenti a non diventare dei fantasmi viventi durante la nostra stessa vita, alienati e avulsi dal mondo reale, a causa di tutto il tempo che passiamo davanti allo smartphone, al tablet o al pc, immersi in quel mondo virtuale così legato ad internet e ai social!

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