Colpi di scena e riflessioni, ‘Il Gioco di Ruolo – Parte’ II del TMC chiude in bellezza al Teatro Miela

Dopo il successo della prima parte andata in scena a maggioieri sera il sipario del Teatro Miela si è riaperto per accogliere il secondo ed ultimo atto de “Il Gioco di Ruolo”, l’originale produzione della Trieste Musical Company. Un ritorno atteso che non ha deluso il numeroso pubblico presente in sala. Se nella precedente rappresentazione la platea era stata trascinata in un futuro immaginario in cui un’infezione aveva stravolto l’ordine sessuale e politico imponendo un nuovo regime al femminile, in questa seconda parte il gioco sociale, politico e personale si fa ancora più complesso. Erica, la giovane avvocatessa, disposta a tutto pur di ottenere un avanzamento di carriera e conquistare la stima della sua dirigente, finge di cambiare identità sessuale e coinvolge i suoi amici in uno scambio di coppie strategico. Ora, insieme a Margherita, Filippo e Paolo, si ritrova intrappolata in un groviglio di bugie, travestimenti e alleanze instabili, mentre la verità lentamente viene a galla.

Tra confessioni inaspettate e scheletri nell’armadio, anche questo secondo atto continua ad interrogarsi su cosa significhi davvero “interpretare” un ruolo, nella società e nella vita, in un mondo dove ambizione, desiderio di controllo, paura di fallire e bisogno di apparire si intrecciano in un meccanismo tanto affascinante quanto distruttivo.

Con “Il Gioco di Ruolo” la TMC conferma ancora una volta il proprio coraggio artistico. Tra canzoni, paillettes e lustrini infatti la compagnia affronta con intelligenza la complessità del potere, svelando come spesso la vera oppressione spesso non risieda in chi comanda, ma nella struttura stessa del comando.

Il cast di attori composto da Ilaria Marzolla, Sofia Filippaz, Giovanni Forciniti, Michele Amodeo, Monica Messina, Aurora Romano, Ludovica Buri, Monica Cericco, Laura Stimpfl, Luna Alessia Toscano, Elisa Posani, offre una performance di grande energia. Con la consueta miscela di ironia, ritmo e provocazione, gli interpreti conducono lo spettatore verso un finale sorprendente, dove i nodi vengono (tutti) al pettine.

La regia di Simone Starc, fluida e dinamica, accompagna senza sforzo i continui cambi di tono, mentre il testo di Michele Amodeo, sospeso tra satira e introspezione, tiene insieme i diversi piani del racconto con equilibrio e ritmo. Le musiche originali di Davide Coppola, eseguite dal vivo da un eccellente ensemble musicale composto da Andrea Corazza (clarinetto), Riccardo Pitacco (trombone), Carolina Pérez Tedesco (I tastiera), Camilla Collet (batteria), Enrico Apostoli (Basso) e Davide Coppola (II tastiera e direzione), colpiscono per varietà e incisività. Meritano una menzione anche i costumi e le coreografie di Giulia Cechet, capaci di evocare un mondo distopico ma credibile, sempre con un tocco ironico.

Il finale lascia il pubblico con un sorriso e una sensazione di speranza. La conclusione positiva del musical risuona come un impeto di redenzione. Erica, pur consapevole delle ombre che attraversano la società, ritrova la forza di mostrarsi per ciò che è davvero. E così, tutto ciò che inizialmente sembrava una lucida partita di potere, si trasforma in un percorso di consapevolezza e rinascita.

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