Dai ricreatori alle osterie. Tra i rioni di Trieste un percorso nell’inclusione e nello svago.

Sul finire dell’Ottocento le forti disuguaglianze sociali legate allo sviluppo mercantile triestino e le nuove idee sull’istruzione immaginate dall’impero austroungarico, fecero nascere a Trieste i ricreatori, luoghi destinati ad accogliere ed educare quei ragazzi che vivevano sulla strada ed erano a forte rischio di devianza. La novità del progetto consisteva nella laicità dell’insegnamento praticato, privo di qualsiasi influenza religiosa. Gli educatori non erano sacerdoti ma maestri elementari. Non era prevista un’aula per il catechismo, come negli oratori, ma il campo di pallacanestro o di calcio, un giardino alberato dover poter giocare anche nei mesi estivi, una saletta per i compiti, una stanza della musica e talvolta anche un teatrino. Tra divertimento e disciplina, la parola d’ordine in questi luoghi era l’assenza di divisioni etniche, linguistiche e tanto meno, religiose. Tutti uniti dai giochi, dallo sport, dallo studio, dalle attività musicali e teatrali, in un clima festoso, ma anche rispettoso…..

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