Dalla classicità al tango, il raffinato percorso del Duo Cascioli-Corona proposto a Trieste

Nella prestigiosa cornice della Sala Piemontese di Palazzo Economo a Trieste, si è tenuto domenica 16 novembre 2025, il concerto “Incanti”. L’incontro musicale, organizzato dall’Associazione Camerata Strumentale Italiana, ha avuto per protagonisti due interpreti d’eccezione, Pier Luigi Corona e Fabio Cascioli.
Corona, musicista romano di lunga carriera internazionale, porta con sé l’eredità della grande scuola chitarristica europea. Allievo di giganti come Julian Bream e Oscar Ghiglia, ha maturato un suono corposo e di nobile eleganza. Cascioli, formatosi al Conservatorio “Giuseppe Tartini” di Trieste sotto la guida di Bruno Tonazzi, ha invece uno stile lirico e raffinato, frutto di un’attenta ricerca timbrica e di una sensibilità musicale aperta alle sonorità contemporanee.

Insieme, i due artisti, con la loro affiatata collaborazione, hanno saputo conquistare il pubblico, offrendo una performance elegante, che ha messo in luce due personalità forti, fuse in un unico respiro musicale. Il Duo ha aperto la matinée con la “Serenata in La maggiore Op.96” di Ferdinando Carulli, brano di impronta classica e preromantica, dove le due chitarre hanno dialogato con grazia e naturalezza. È seguita la raffinata “L’Encouragement Op.34” di Fernando Sor, una delle pagine più amate del repertorio a due chitarre. Qui i musicisti hanno mostrato una straordinaria intesa, intrecciando virtuosismi e suoni brillanti. Nelle “Variazioni concertanti Op.130” di Mauro Giuliani, la coppia ha esibito una tecnica impeccabile e un senso del ritmo vivace.

La seconda parte del concerto ha offerto un suggestivo cambio di atmosfera. Con la “Tango Suite” di Astor Piazzolla, opera di non sempre facile ascolto per la ricchezza di sorprese ritmiche e di linee melodiche poligonali, il Duo ha accompagnato il pubblico in un mondo sonoro intriso di passione e malinconia. Sebbene la chitarra non sia forse lo strumento più consueto per evocare il linguaggio di Piazzolla, i musicisti, soprattutto nel “Tango 2 – Andante” sono riusciti ad esprimere con grande destrezza quello struggimento e quella libertà ritmica che caratterizza le sonorità concepite dal suo genio.
In chiusura, la frizzante “Toccata” di Pierre Petit ha regalato un momento di grande maestria, in cui la precisione tecnica e l’energia interpretativa dei due chitarristi hanno acceso l’entusiasmo dell’attento pubblico che ha tributato loro lunghi applausi. Due piccoli bis di William Lawes, musicista e compositore inglese del periodo elisabettiano, hanno concluso la scintillante performance. La Sala Piemontese, con la sua acustica nitida e il fascino delle eleganti decorazioni ottocentesche, ha valorizzato appieno il suono caldo e rotondo delle due chitarre, offrendo un’atmosfera ideale per un programma costruito come un itinerario storico attraverso più di un secolo di musica, che ha saputo unire emozione e bravura.

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