È andata in scena al Teatro Bobbio di Trieste “Donne in fuga”, la proposta conclusiva della stagione teatrale 2024-2025 de La Contrada. Lo spettacolo gradevole, ironico, ma soprattutto intelligente, nato dal genio degli scrittori Pierre Palmade e Christophe Duthuron e tratto dalla versione francese ” Le fuggitive”, è stato abilmente interpretato da Ariella Reggio e Marzia Postogna, con la regia di Maximilian Nisi.
Ancora una volta le bravissime attrici della compagnia teatrale triestina si sono messe in gioco, confrontandosi con questo testo e raccontando a modo loro quello che nello scritto viene appena accennato.
La storia comincia di notte, in un luogo apparentemente lontano dalle luci della città, su una strada statale dove transitano poche macchine. Margot (Marzia Postogna) e Claude (Ariella Reggio), entrambe in fuga dalla loro vita quotidiana, si incontrano mentre fanno l’autostop. Margot scappa da 30 anni di vita di casalinga, moglie e madre repressa, Claude dalla casa di riposo dove il figlio l’ha parcheggiata, dopo la morte del marito. Nonostante l’età avanzata Claude ha un temperamento forte e non si lascia intimidire da Margot, più giovane ma anche più sprovveduta. Nell’avventura che le vede da antagoniste diventare grandi amiche perfino lo spavento iniziale per l’incertezza del futuro finisce per conquistarle, perché porta con se il sapore intrigante e pericoloso della libertà, preferibile alla prospettiva di anni fatti di una lenta e prolungata noia quotidiana.
E mentre la storia delle due protagoniste si sviluppa tra viaggi su mezzi di fortuna e situazioni rocambolesche, ogni istante del racconto aggiunge un tassello utile a comprendere il vissuto delle due protagoniste. In questa commedia si ride per le battute divertenti, ma allo stesso tempo ci si emoziona, perché è facile immedesimarsi nelle protagoniste, nella difficoltà delle loro scelte, nei rimpianti e nella gioia dei loro nuovi inizi.
“Donne in fuga” è uno spettacolo delicato, in perfetto equilibrio tra la finzione della commedia e la realtà della vita vera. Una corsa verso la libertà che vale davvero la pena seguire, fino all’ultima curva.
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