Era il 1974 quando il celebre gruppo svedese degli ABBA vinse l’Eurovision Song Contest con l’indimenticabile canzone “Waterloo“. Il quartetto svedese composto da Agnetha Faltskog, Bjorn Ulvaeus, Benny Andersson e Anni-Frid Lyngstad, di cui sono state utilizzate le iniziali per dare il nome al gruppo, era praticamente sconosciuto fuori dai paesi scandinavi. Trionfò inaspettatamente, con un motivetto orecchiabile, delle coreografie semplici ma di effetto, rivelandosi così al mondo intero.
A distanza di quasi quarant’anni dal 1982, anno in cui il gruppo svedese si è sciolto, lasciando “orfani” milioni di fans, molte “tribute band” sono nate per far rivivere al pubblico i loro amatissimi brani. Uno dei più acclamati gruppi “Abba tribute” che si sono esibiti in Italia e all’estero è proprio l’Abbadream, quello tutto italiano, composto da Susanna Pellegrini, Cecilia Pascale, Antonio Gori, Simone Giusti, Alessandro Nottoli e Marco Campagna, che ha portato domenica 9 febbraio al Teatro Bobbio i ritmi dance pop ed i costumi scintillanti dell’iconica band, facendo scatenare il pubblico presente in sala.
Nella storica competizione europea del 1974 gli spettatori si trovarono dinnanzi un direttore d’orchestra vestito da Napoleone, tutine lucide piene di brillantini, pantaloni a zampa. E anche nello show di domenica al Teatro Bobbio non sono stati solo i brani che hanno consacrato il gruppo svedese nell’olimpo della disco music a farla da padrone. Belle le coreografie, i costumi, le luci e i colori, che sono riuscite a ricreare le indimenticabili atmosfere anni Settanta, oltre alle immagini proiettate sui pannelli posti sullo sfondo del palcoscenico, per riproporre spezzoni di spettacoli degli artisti originali.
Il sipario si è aperto sulle note di “I have a dream” e tra pezzi mitici come “Fernando“,”Gimme!Gimme!“, “Thank you for the music“,“Knowing me, knowing you”, “Super Trouper”, “Dancing Queen“, “Mamma mia“, alcuni dei quali compresi nell’omonimo musical visto da oltre 60 milioni di spettatori, il pubblico si è potuto scatenare cantando, partecipando alle danze e magari pure commuoversi, ricordando quell’amore adolescenziale finito proprio sulle note di “The winners takes it all“.
Seppure molto spesso questi tributi ai grandi della musica non lascino totalmente appagati, in questo caso le due ore di spettacolo, interamente dal vivo, proposte da questi giovani talenti, sono riuscite a coinvolgere totalmente la gremita platea, stimolando allegria ed un spregiudicato entusiasmo e, tenendo conto dei tempi di preoccupazione in cui stiamo vivendo, l’obiettivo raggiunto non è sicuramente dei più banali!
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