Il fascino del mare di Trieste ” sempre nuovo e sempre lo stesso”

Dalla strada “costiera”, quella che saluta il visitatore diretto a Trieste con i suoi romantici scorci, il mare sottostante si riesce solo ad intravedere. Dietro alla folta vegetazione infatti, la costa, accessibile per lo più attraverso sentieri o scalette, non sempre di facile percorrenza, si lascia solo immaginare. Il percorso carrabile, è tortuoso perché segue l’andamento della montagna, ma già con il suo nome promette iconici scenari e panorami mozzafiato, richiamando alla mente posti meravigliosi e suggestivi in giro per il mondo.

Come non immaginare infatti la “costiera” amalfitana, le “corniches” della costa azzurra, quella strada panoramica della Dalmazia che porta a Dubrovnik, o quella pugliese che da Leuca porta a Otranto. Anche il tratto di litorale che da Sistiana giunge alla Riviera di Barcola, passando fra gli accessi della Costa dei Barbari, Canovella de’ Zoppoli e altri lidi, seppure più breve, è molto affascinante.

Un rifugio naturale dei triestini

Nascosta lungo la frastagliata fascia costiera, la Costa dei Barbari è una delle spiagge più caratteristiche della zona, conosciuta per essere stata il primo lido naturista della provincia di Trieste. Anche in questo campo la città giuliana si è rivelata all’avanguardia. Era il 1968 infatti quando è stato emanato l’atto costitutivo dell’associazione naturista umanista Liburnia. L’essenza che da sempre l’ha contraddistinta è stato diffondere l’amore per la natura ed il nudismo, da cui è derivata poi la sigla FKK (Freikorperkultur, cultura del corpo libero).

La Costa dei Barbari di fatto non è un litorale solo per nudisti o un luogo ove il naturismo è ufficialmente lecito. È un posto dove la maggioranza dei frequentatori prende il sole senza veli in virtù del fatto che la spiaggia è nascosta e difficilmente accessibile. L’arenile è in effetti il prolungamento di quello del comprensorio di Porto Piccolo, ma delimitato da un cancello dotato di lucchetto che ne vieta l’accesso.

L’unico modo per raggiungerla è attraverso un sentiero che parte proprio dalla strada costiera ripido, scosceso e per nulla segnalato. I temerari che giungono alla meta però, vengono ricompensati della fatica, trovando al loro arrivo numerose tranquille calette che offrono quiete e riservatezza, oltre ad un mare cristallino, con un fondale roccioso ricco di pesci.

Un angolo di Sardegna vicino casa

La spiaggia che si trova a Marina d’Aurisina invece è dedicata ad un fiore affascinante e profumato, noto per la sua vivace tonalità di giallo e per la sua resistenza, che in primavera e in estate esplode in una fioritura dorata e profumata. Lo stabilimento “alle ginestre” fu inaugurato nel 1960 nel tratto di costa adiacente alla costruzione bianca leggermente curva che fu l’albergo Europa, struttura ricettiva molto pretenziosa che non ebbe troppa fortuna né come hotel né come scuola alberghiera, divenendo infine nel 2010, un residence di lusso. Anche se sottoposto ad un’attenta ristrutturazione l’ex albergo ha mantenuto la pianta originale inalterata. Gli archi di curva originali sono stati sfruttati dal punto di vista architettonico per creare stanze da letto d’effetto, con grandi finestre sulla spiaggia.

Ma ritornando al mare, anche in questa zona il bellissimo litorale non è visibile dall’alto, in quanto circondato da pini marittimi ed oleandri. All’arrivo però si svela al visitatore in tutta la sua bellezza, tanto che sembra davvero di essere approdati in un angolo di Sardegna, fra scogli affioranti, acqua cristallina ed un arenile di piccoli sassolini bianchi e grigi. Il sito, pur essendo un luogo ameno, garantisce la perfetta fusione tra natura e confort, garantendo la presenza discreta di un chiosco ristoro, di docce, ombrelloni, lettini e perfino di un ristorante trendy presso l’adiacente comprensorio dell’ex hotel Europa.

La Spiaggia delle Ginestre è anche un luogo intriso di storia e miti. Si dice che in passato fosse frequentata da pescatori e marinai, che la consideravano un rifugio sicuro durante le tempeste. Le grotte naturali nelle vicinanze erano utilizzate come depositi per le attrezzature da pesca e, secondo alcuni racconti locali, nascondevano tesori appartenuti a pirati. Una delle leggende più affascinanti legate a questo luogo riguarda una giovane donna, che, secondo la tradizione, era solita recarsi sulla spiaggia per aspettare il ritorno del suo amato marinaio. La storia narra che il mare abbia portato via il giovane in una notte tempestosa e che la donna, straziata dal dolore, abbia trascorso il resto della sua vita sulla riva, sperando invano nel suo ritorno. Ancora oggi, i più romantici sostengono che nelle notti di luna piena, sia possibile intravedere la sua figura sull’arenile, mentre guarda l’orizzonte.

La spiaggia delle antiche imbarcazioni

Canovella de’ Zoppoli è un luogo molto più selvaggio. Si tratta di un piccolo porticciolo, con annessa spiaggia, costruito nel 1953 dal GMA (Governo Militare Alleato) accanto a resti dell’antica darsena romana, dove anticamente venivano imbarcati i blocchi di pietra di Aurisina estratti dalle cave.

Vi si accede da una scalinata che dalla “Costiera”, attraversando terrazzamenti coltivati conduce fino al mare. Il nome del luogo deriva dagli “zoppoli”, antiche imbarcazioni strette, lunghe circa 7 metri, ricavate dal legno di pino rosso o marittimo, simili a piroghe, utilizzate dai pescatori sloveni generalmente nella pesca del tonno.

Un tuffo tra una portata e l’altra

La spiaggia successiva, chiamata dei Filtri d’Aurisina appare invece più ricettiva, vista la presenza in loco di una trattoria, dotata di un’ampia terrazza panoramica, dove è possibile cenare godendo di meravigliosi panorami sul mare. Nel tratto di mare vicino piccole polle d’acqua dolce freschissima sgorgano a qualche metro di distanza dalla riva, offrendo ai bagnanti un inaspettato refrigerio. La ripida e stretta via di accesso a fondo cieco, che inizia dal Bivio di Santa Croce, è dedicata ad Auguste Piccard, che assieme al figlio Jacques è padre del batiscafo Trieste. Il nome dell’arenile deriva dall’impianto di filtratura dell’acqua proveniente da uno dei rami sotterranei del Timavo, attraverso un articolato sistema di vasche e pompe. Nell’edificio ottocentesco chiamato “Castelletto”, situato anch’esso alla fine della via, ha una delle sue sedi il Laboratorio di Biologia Marina.

Un altro ristorante per un altro lido

Dallo storico ristorante “Tenda Rossa”, che da più di sessant’anni offre alla clientela la possibilità di desinare godendo di meravigliosi scorci e tramonti, si può scendere un lungo sentiero, alternato da alti gradoni, che permette di raggiungere il porticciolo di Santa Croce ed i tratti vicini di spiaggia. E’ un luogo affascinante e relativamente poco conosciuto.

La “Tenda rossa”, simbolo e punto focale di questo luogo, era originariamente utilizzata come riparo dal sole e come punto di incontro per i bagnanti. Col tempo, è diventata il simbolo della spiaggia stessa, rimasta un rifugio tranquillo, dal fascino rustico e naturale, distante dal turismo di massa, non essendo attrezzata come altre più conosciute del litorale triestino.

Grignano tra il porticciolo ed il bianco castello di Miramare

Tra gli accessi privati delle innumerevoli abitazioni situate lungo la costa si arriva lentamente agli stabilimenti Sirena e Riviera, nella piccola baia di Grignano. Allietati dalla visuale delle bianche torri del castello di Miramare si trovano nelle immediate vicinanze della riserva marina del maniero e alle porte alla città giuliana. Il nome “Grignano” deriva da “grigna,” che in dialetto triestino indica un terreno scosceso, caratteristico della zona costiera. La località ha una lunga storia, che si intreccia con quella della vicina Trieste e con l’impero austro-ungarico. E’ stata a lungo un luogo di villeggiatura per la nobiltà triestina, attratta dalla sua posizione incantevole e dal clima mite.

Ancora oggi è particolarmente suggestivo fermarsi sulla terrazza superiore dell’hotel Riviera, prestigioso albergo a ridosso della città, che permette di accedere al mare mediante un ascensore panoramico e godere di un meraviglioso tramonto.

Il mare di Trieste è sempre lo stesso ma sempre nuovo, perché il capoluogo giuliano ha ancora moltissimo da offrire….

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