“Il giuocatore di Goldoni” al Teatro Bobbio. Giocarsi la vita a causa del gioco.

È arrivata sul palcoscenico triestino del Teatro Bobbio l’adattamento della commedia goldoniana “Il giuocatore”, proposta dall’ATP Teatri di Pistoia, con la regia di Roberto Valerio.

Relegata tra le opere del cosiddetto “Goldoni minore”, questo scritto teatrale fa parte di quelle “sedici commedie nuove” che l’autore nel 1750 si impegnò a scrivere per l’impresario Girolamo Medebach, facendo una scommessa con il popolo veneziano.

Vista la difficoltà della sfida, gli storici ritengono che tra i sedici titoli proposti non ne uscirono tutti dei capolavori. Ma in questa opera la particolarità sta’ nel rapporto tra il protagonista e l’autore, ambedue accomunati dallo stesso vizio. Ebbene si, Florindo, impersonato sulle scene dal convincente Alessandro Averone, come Goldoni ha un irrefrenabile amore per i tavoli da gioco, dove è solito perdere talmente tanto denaro da decidere di vendersi tutto, anche la collana sottratta alla fidanzata.

Il sogno che l’illuso giocatore insegue incessantemente è la vittoria “straordinaria”, quella che gli potrebbe cambiare la vita. “Non potrei vincere trentamila zecchini? Centomila zecchini? Sì, facilmente”, si illude il povero Florindo. E intanto rincorrendo questo miraggio, in un carosello di giocate e di imbrogli, orchestrati dai compari che continuano a gabbarlo, perde continuamente al tavolo verde e purtroppo non solo soldi, ma anche le amicizie e soprattutto l’amore della sua promessa sposa Rosaura. Il male che lo divora lo porta ad un passo dallo sposare la vecchia e ricca Gandolfa, (impersonata dalla bravissima Alvia Reale) di cui non è innamorato, pur di ottenere il denaro che gli permetta di continuare a giocare…..

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