Maschere di pietra, presenze impercettibili e memorie di un’epoca a Trieste

Maschere di pietra che ci guardano dall’alto senza che ce ne accorgiamo, mentre frettolosamente e distrattamente percorriamo le vie della nostra città. Testimoni silenziosi di un’epoca passata, si esibiscono sulle facciate dei palazzi residenziali una volta destinati all’agiata borghesia cittadina con scopi ornamentali e con evidenti richiami simbolici, sintomatici dello spirito di un’epoca. Possono assumere le sembianze di uomini arborei, ricoperti di fogliame, somiglianti a quelli descritti nelle leggende e nei miti medievali dell’Europa settentrionale, di misteriosi mascheroni, che sembrano presi in prestito dai teatri o dai riti dionisiaci delle tragedie greche, di panduri, antichi soldati magiari con bizzarri copricapo e capelli legati in lunghe trecce o di altre minacciose creature scolpite nella pietra. Non è sempre chiaro cosa vogliano davvero esprimere.

Nella realtà tra il XVII ed il XVIII secolo, giunsero a Trieste parecchi soldati ungheresi, congedati dall’esercito, chiamati appunto panduri (che significa gendarmi), in cerca di un impiego ben remunerato come guardie del corpo. Attirati dal benessere cittadino in poco tempo divennero il segno visibile di una condizione economico-sociale privilegiata. Dalla realtà alla finzione il passo è breve e come per i gargoyle, animali fantastici dalle sembianze mostruose posti sulle sommità delle chiese gotiche con l’obiettivo di allontanare e respingere gli spiriti maligni, anch’essi probabilmente vennero posizionati al centro degli ingressi delle facoltose abitazioni come guardie del corpo, pronte ad allontanare i malintenzionati sia che fossero spiriti o esseri umani in carne ed ossa. Le maschere mostruose invece dovevano assolvere, probabilmente, al duplice ruolo di esorcizzare il male e di annientare la paura, mentre gli uomini Arborei esprimevano la forza della natura. Tra i numerosi palazzi custoditi da questi simulacri di pietra, vale la pena soffermarsi su due: uno per l’alone di mistero che lo circonda e l’altro per la bizzarra e macabra leggenda che lo accompagna.

Parlando del primo ci si riferisce ad un capolavoro costruttivo poco conosciuto perfino agli abitanti della città. Situato in via Tigor, vicino alla celebre Piazza dell’Unità d’Italia, ma in una via celata al passaggio del turismo di massa è caratterizzato da quattro enormi maschere sulla facciata principale, dai tratti caricaturali grotteschi e ghigno e fauci davvero inquietanti. Ma la “Casa dei Mascheroni”, cosi soprannominata, non stupisce o turba soltanto per questo. Dopo il cancello d’ingresso in ferro battuto infatti, si apre un lungo corridoio, una specie di galleria d’arte, adornata da quattro grandi statue femminili, deteriorate dal tempo, che però riescono a trasmettere ancora oggi sinistre e malinconiche suggestioni. Racchiuse nelle loro nicchie infatti al calare della sera prendono le sembianze di figure incappucciate, aumentando così il fascino noir del palazzo, già ricco di mistero ed esoterismo.

L’altro, Palazzo Vicco, oggi sede del Vescovado, è noto perché ospitò’ tra le sue mura fino alla morte J.Fouche’, uno dei personaggi più loschi ed inquietanti della storia europea del periodo rivoluzionario e napoleonico. Ministro e capo della polizia francese, duca di Taranto, fu un uomo odiatissimo in quanto si rese responsabile di molteplici condanne a morte e di sospetti delitti politici. Forse, proprio per questa malvagia fama che lo avvolge, è stata creata intorno alla sua morte e al suo funerale una macabra leggenda popolare, non totalmente suffragata da notizie storiche certe. Sembra infatti che durante le sue esequie, svoltesi in una fredda giornata invernale, accompagnata da forti raffiche di bora, nel corso della salita al cimitero situato allora sul colle di San Giusto, il vento sferzante abbia rovesciato la bara, facendo rotolare la salma lungo la discesa di via del castello, sotto gli sguardi attoniti dei presenti. E’ proprio il caso di dirlo, in questo caso le maschere non sono riuscite ad esorcizzare il male, né durante la sua vita, né dopo la sua morte!!!

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