Raffaella Carrà: un’icona eterna nascosta nel piccolo cimitero di Porto Santo Stefano

Per me e per molte persone è stata un mito. La ricordo ancora con il suo caschetto biondo, il suo sorriso e i suoi vestiti di paillettes che mettevano in risalto il fisico perfetto. Sempre carica di energia riusciva a trasmettere il suo entusiasmo, ma anche un’innata classe. Ero ancora piccola e chiedevo ai miei genitori il permesso di restare sveglia per guardare la tv in bianco e nero e vederla ballare. E mentre lei si muoveva leggiadra e suadente, io canticchiavo le sue canzoni, fantasticando sul colore dei suoi abiti e pensando che da grande avrei voluto essere come lei. Raffaella Carrà, la prima show girl della televisione italiana è stata una leggenda che continua a popolare il cuore di molti di noi.

Raffaella Maria Roberta Pelloni, nata il 18 giugno 1943 a Bologna e scomparsa il 5 luglio 2021 a Roma, è stata molto più di una cantante, attrice e conduttrice televisiva, è stata un simbolo. Era la diva della porta accanto, capace di innovare profondamente l’intrattenimento televisivo e poi allo stesso tempo d’incarnare la “tradizione”. La sua figura ha lasciato un segno indelebile non solo nella cultura italiana, ma anche in Spagna e in molti paesi del mondo dove la sua arte è stata apprezzata e amata. La visita al cimitero di Porto Santo Stefano, dove le sue ceneri sono custodite era per me quasi un atto dovuto ed é stata un’esperienza carica di emozione.

Il fascino della semplicità a Porto Santo Stefano

Il cimitero di Porto Santo Stefano si affaccia sul mare dell’Argentario, un luogo che la Carrà amava profondamente.  La scelta di questo luogo come dimora eterna non è casuale infatti, ma è la testimonianza del suo grande amore per questi luoghi. L’artista infatti in questo splendido angolo della Maremma scappava ogni qualvolta aveva bisogno di ricaricare le batterie dopo i suoi tour e spettacoli. Ora riposa nella piccola cappella del cimitero, al riparo dai clamori del mondo esterno, ma anche nella morte il suo sorriso riesce ad illuminare la piccola chiesetta spoglia.

Sulla sua lapide bianca due mani aperte

racchiudono un’immagine di lei sorridente, con una stella che punta verso il cielo. Accanto un’iscrizione celebra il profondo legame con Sergio Japino, suo patner, amico e confidente. “Al mio compagno in tutti i sensi, compagno di tutta la vita Sergio Japino. Alla mia compagna, in tutti i sensi, compagna di tutta la vita. Raffaella”. La sua tomba, sobria e allo stesso tempo piena di significato, riflette l’essenza di una donna che ha saputo essere una diva senza mai perdere la sua autenticità. Una donna sempre in movimento e piena di energia, ma al contempo radicata in una profonda umanità.

Visitare la sua tomba a Santo Stefano per me non ha significato solo commemorare una grande artista, ma rendere omaggio ad una donna tenace che ha saputo affrontare molte sfide.

Una Vita Straordinaria

Raffaella Carrà ha iniziato la sua carriera giovanissima, diplomandosi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e debuttando come attrice in film degli anni Cinquanta e Sessanta. Tuttavia, il suo vero trionfo arrivò con la televisione, dove riuscì a reinventare i canoni dello spettacolo italiano. Programmi come Canzonissima, Milleluci e Fantastico divennero palcoscenici in cui Raffaella esplorava nuovi linguaggi artistici, unendo danza, canto e una presenza scenica magnetica. Canzoni come Tanti Auguri, A Far l’Amore Comincia Tu e Fiesta dai testi ironici ma anche seri, non solo scalarono le classifiche, raggiungendo record di vendita, ma divennero inni di emancipazione e gioia.

Il Simbolo di una Rivoluzione Culturale

La Carrà è ricordata anche per il suo ruolo rivoluzionario nel rompere tabù sociali e culturali. Durante un’epoca in cui la televisione era rigidamente censurata, il suo famoso ombelico scoperto in Canzonissima del 1970 segnò una svolta, inaugurando una nuova era di libertà espressiva. A continuare la battaglia ci pensò il “Tuca tuca”, ballo sexy e ludico, inventato dal coreografo Don Lurio, su di un testo scritto da Gianni Boncompagni e la musica di Franco Pisano.  Dopo la prima messa in onda, il ballo considerato “indecente”, provocatorio e inadatto al sabato sera, fu censurato dai dirigenti Rai, ma ottenne inaspettatamente un successo immediato, che decretò la nascita di un vero e proprio tormentone. In Spagna e in America Latina, la Carrà divenne una vera leggenda. Con il suo programma Hola Raffaella! e le sue tournée internazionali, conquistò milioni di fan, dimostrando che il suo talento non conosceva confini.

L’Eredità di Raffaella

Raffaella Carrà non era solo una performer, ma una maestra nell’arte della comunicazione. Sapeva entrare in sintonia con il pubblico come pochi altri, trasmettendo autenticità e positività. Anche negli ultimi anni della sua carriera, ha continuato a innovare e a essere un punto di riferimento per le nuove generazioni. Le sue canzoni e il suo spirito vivranno per sempre, testimoniando il potere dell’arte di unire le persone e di rendere il mondo un luogo un poco più luminoso.

Se n’è andata la Pelloni, ma la Carrà è sempre nei nostri cuori!

 

 

 

 

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